venerdì 28 dicembre 2012

Scusa grazie..

Dire grazie non costa nulla.
Dire grazie una volta in più costa ancora meno.
A volte un grazie cambia la giornata.
Un grazie può cambiare la giornata a qualcun altro.
Un grazie detto a qualcuno può far strappare un sorriso.
Un grazie ricevuto ci può far sentire meglio.

Sin da piccolo sono stato educato all'utilizzo del grazie.

"Mi dai una caramella?"
"Come si dice?"
"Per favore"
"E poi?"
"Grazie"

Quanto spesso questa situazione si è ripetuta nell'infanzia di ognuno di noi?
Ripensando ai chili accumulati in giovanissima età direi, forse, troppo spesso.
Eppure questa serie di battute trite e ritrite hanno saputo scavare una piccola tana nel mio cervello portandomi, col passare degli anni, a rispondere sempre ad un gesto fatto da altri con un semplice ed efficace "grazie".

Esiste un limite massimo da non dover mai raggiungere, nè tantomeno scavalcare, in fatto di "grazie"?
Di sicuro esiste un limite grammaticale (non si può inserire il "grazie" ogni due parole altrimenti qualsiasi discorso sensato diventerebbe un totale non-sense) ma (come accennato all'inizio) meglio un grazie in più che uno in meno.

Purtroppo non sempre queste regole auree vengono rispettate.
Tante, troppe, volte tenendo la porta aperta ad un qualsivoglia estraneo tale gesto è stato ricompensato con un silenzio del tutto indifferente da una parte ed una riposta mentale del genere "Grazie eh?" (per essere educati) dall'altra.
In mezzo al traffico mattutino quando rallentando leggermente per favorire l'immissione di un altro automobilista in coda, troppo spesso l'unica risposta che si riceve in cambio è una bella suonata di clacson dall'automobilista posto proprio dietro la nostra vettura.
Davanti al bancone di un bar in cambio di una tazza calda di caffè troppo spesso l'unico suono che si ode dall'avventore del locale è un mentale ronzio di moscerini.

Proprio non capisco cosa scatti nella mente delle persone in certe situazioni. Per caso vi sentite più importanti di me? Più furbi dell'automobilista che vi ha fatto passare? Più importanti del barista che vi porge il caffè?

Siamo esseri umani. Se abbiamo un valore, allora questo è identico per tutti. Nel mondo delle buone maniere non esiste crisi, non dobbiamo risparmiare anche lì.
A meno che l'intenzione della società contemporanea non sia quella di regredire ad uno stato primitivo-primordiale a base di clave in testa e caccia ai mammut, dobbiamo fare il possibile (se non l'impossibile) per invertire questa tendenza.
Per migliorare dobbiamo cominciare a cambiare dalle piccole cose.
Un grazie in più potrà fare felice un'altra persona.
Ed i grazie sono estremamente contagiosi.
Infettiamo il mondo con la nostra educazione e la nostra gentilezza.

Un giorno qualcuno ci ringrazierà per questo!

Mood attuale: pre-ferie
Canzone attualmente in playlist: 'Guaranteed' (Eddie Vedder)

domenica 23 dicembre 2012

E se..

Volevo scrivere questo post già il 21 dicembre (una data a suo modo storica) ma forse la mancanza di tempo/voglia o il destino me l'hanno impedito.
Qualche giorno fa mi interrogavo su alcune questioni.
Prima fra tutte: e se il mondo realmente finisse il 21 dicembre?
Chissà cosa sarebbe successo e come sarebbe finito. Una brutale quanto epica implosione/esplosione del nostro pianeta? Una guerra termonucleare? Una pandemia? Gli zombi? L'armata delle tenebre?
Siamo andati avanti per dei mesi a parlarne (volenti o nolenti) senza però avere un'idea chiara dello scenario che ci si sarebbe prospettato. Beh, tolto per la tipologia implosione/esplosione, in quel caso l'unica risposta sarebbe stata "il nulla più assoluto".
In tv, inoltre, sono stati mandati in onda programmi al limite del surreale con il conto alla rovescia per la fine del mondo. Potete immaginare la fregatura nel qual caso fossimo spariti dell'universo come un granello di polvere all'avvicinarsi di uno Swiffer spaziale? E i soldi della pubblicità chi se li sarebbe intascati? Una fregatura incredibile da raccontare ai posteri....Beh, in realtà nessuno avrebbe potuto dirlo a nessuno considerando la scomparsa del genere umano. Doppia fregatura col fiocco insomma!
Oggi, 23 dicembre, sono ancora qui a scrivere poiché alla fine il mondo esiste ancora e non c'è stato neanche un piccolo terremoto a farci immaginare il contrario.
E se il famoso calendario Maya si fosse fermato al 21 dicembre per problemi di spazio su carta o voglia dell'amanuense di turno? Questa "battuta", devo ammetterlo, l'ho brutalmente copiata da alcune vignette lette in questi giorni. In ogni caso mi hanno fatto riflettere. Attualmente al mondo non esiste nessuno che possa confutarle.
E se mio nonno avesse avuto le ruote, allora sarebbe stato una carriola? Anche questa è una domanda a cui nessuno ha saputo mai dare risposta certa, eppure finora non mi è mai capitato di imbattermi in programmi pseudo scientifici pronti a dimostrare questa teoria.
Fortunatamente il mondo non è finito e noi tutti stiamo continuando per la nostra strada come se nulla fosse successo. Vero è che nulla è realmente successo però tutto ciò, almeno un minimo, avrebbe dovuto favorire una qualche sorta di pensiero collettivo.
Chi siamo? Dove andiamo? 3 fiorini equivarrebbero agli attuali 3 euro?
In questi giorni antecedenti al Natale continuiamo a correre da una parte all'altra della città alla ricerca affannosa di regali e doni. Piangiamo miseria ma continuiamo ad ammassarci nei centri commerciali perché è pur sempre Natale e bisogna pur fare il regalo per la fidanzata, la moglie, gli amici ed i parenti. Nonno compreso, ad esempio 4 ruote invernali nuove potrebbero tornargli utili.
Spero di non essere l'unico ad avere approfittato di questi giorni pre/post apocalisse per pormi qualche interrogativo.
Cosa avrei perso da un'eventuale apocalisse? Personalmente parlando, di sicuro un matrimonio. Dei figli. Dei nipoti che col passare degli anni cominceranno ad amare sempre di più questo pazzo zio. La possibilità di girare il mondo. La possibilità di invecchiare con qualcuno al fianco. Vedere le solite vecchie facce in politica. Berlusconi che ad ogni elezione ha sempre più capelli. Bersani che dice tanto ma non dice nulla. L'ennesima tassa sul costo della vita di quei pochi italiani onesti.
Insomma, un sacco di cose che non sempre sono belle ma per le quali ha senso esistere.
L'essere ancora qui dovrebbe farci capire quanto sia bello il nostro pianeta e dovrebbe farci capire che il futuro è davvero nelle nostre mani. Se davvero vogliamo fare qualcosa, se vogliamo cambiare questo è il momento buono per riprendere le redini delle nostre vite.

Canzone attualmente in testa: It's the end of the world as we know it (REM)
Mood attuale: post apocalittico

sabato 8 dicembre 2012

tu chiamale se vuoi...riflessioni..

Sono quasi 3 mesi che la mia fidanzata è via da casa.
Residente ormai della fredda e brumosa (o almeno io me la immagino così) città di Ravensburger.
Da quando è partita alcune cose sono cambiate. Stati emozionali ed abitudini principalmente.
All'inizio di tutto, devo ammettere, ero parecchio depresso. Tornavo a casa ed avevo le stesse abitudini di un essere monocellulare. Vegetavo sul divano e la mia massima preoccupazione risiedeva nel decidere quale film scaric..ehm, ottenere legalmente!
Per la prima decina di giorni avevo le abitudini di un orso bruno appena uscito dal letargo. Parlavo poco, mi nutrivo a caso e vagavo per la mia tana.
Per nulla un buon modo per cominciare un'avventura di 5 mesi come questa!

Bisogna subito mettere in chiaro una cosa. In certe occasioni, non è solo il partente colui che segna una nuova tappa nella sua vita, ma anche chi rimane.
Chi a casa rimane dovrà in ogni caso fare i conti con questa nuova esperienza.
Partiamo dal presupposto che non è solo l'amore a risentirne (seppur in minima parte) della lontananza. Anche le amicizie devono sopportare delle prove a questa nuova condizione.
Le relazioni a distanza, amore od amicizia che siano, mettono alla prova entrambe le parti.
Oppure, in alcuni casi, più che mettere alla prova aiutano a chiarirci le idee. Solo le vere amicizie ed i veri amori resistono e si rafforzano di conseguenza così da essere pronti a superare futuri ostacoli.
Personalmente parlando, stare qualche mese all'estero mi ha aiutato a fare chiarezza riguardo alcune delle amicizie che credevo indissolubili e me ne ha fatte riscoprire altre che credevo quasi ormai del tutto sparite.

Qualcuno, anni fa, disse alla mia fidanzata che prima di sposarci sarebbe stato opportuno passare del tempo lontani per capire se il sentimento che provavamo fosse vero.
Di primo acchito nei miei pensieri si fece spazio un bel "mavaffan...". Dopodichè, si mise in moto la parte razionale del mio cervello e cominciai a pensarci su. Mi interrogavo sul perchè di una tale affermazione.
Non capivo se intenderla come una provocazione oppure una predizione.
Da quando siamo geograficamente divisi, siamo ancor più indissolubilmente uniti.
Le nostre menti e le nostre anime viaggiano più velocemente di qualsiasi rete internet.
Ed è su quest'ultimo punto che mi interrogo da qualche giorno.
Come sarebbe stato vivere un'esperienza simile, diciamo 60 anni fa, con una metodologia di comunicazione legata più forse alla scrittura di lettere che alle telefonate? Da un certo punto di vista forse più emozionante. Aspettare con trepidante attesa l'arrivo della posta per ricevere notizie della persona amata. Poi scrivere quanto più in fretta possibile una risposta e reinviarla prontamente dall'altra parte dell'Europa. Facendo quindi due brevi calcoli, avere notizie dell'altra persona ogni 15 giorni circa. Poste Italiane permettendo.
Nel nostro mondo moderno fatto di tweet, post, sms ed emoticon forse ci stiamo un pò perdendo il gusto dell'attesa. Forse vogliamo troppo, tutto e subito. Forse.....oppure no.
Viviamo in un mondo in cui per comunicare da un lato all'altro del globo ci impieghiamo il tempo tecnico effettivo della trasmissione dei dati. Viviamo su un pianeta che ci permette di annullare distanza che fino a 30 anni fa potevano sembrare immense.
A me piace questo mondo così com'è oggi. Lei è lontana, nello stesso fuso orario ma comunque lontana, eppure mi pare che a volte sia qui. Le scrivo e mi risponde in punta di dita dopo qualche secondo.
Tutto ciò è incredibilmente fantastico....eppure mi manca...da morire!
La modernità ancora non può fare nulla in questo senso....purtroppo...

Mood attuale: onirico
Canzone attualmente in testa: 'Wish you were here' (Pink Floyd)

sabato 10 novembre 2012

Sì, viaggiare

C'è poco da fare, adoro viaggiare.
Sia per un giorno, un'ora, una settimana od un mese amo la sensazione di essere da qualche altra parte nel mondo che non siano le solite 4 mura cittadine.
Adoro vedere posti nuovi, conoscere nuove culture, gente nuova, parlare lingue che non siano la mia e sforzarmi di farmi capire quando la lingua che incontro non la capisco bene o non la capisco affatto.
Ho usato, nella mia breve vita, pressochè qualsiasi mezzo di trasporto. Pulman, macchina, treno, nave, moto, aereo, alligatore gonfiabile.
Se si muove allora è ok!
L'Europa l'ho viaggiata abbastanza grazie anche ai miei genitori che, forse geneticamente, mi hanno trasmesso questa passione. Oltre i confini europei sono stato poco, giusto qualche settimana in Canada. Ma alla fine, citando una citazione di un personaggio famoso (o almeno la sua citazione lo è): quel che conta del viaggio non è la destinazione ma il percorso intrapreso.
Molto recentemente ho avuto modo di visitare la ridente cittadina di Ravensburger. In realtà non la vera Ravensburger (il fatto che esista una città col nome di un'azienda di giocattoli mi inquieta non poco). Ad ogni modo la chiamerò "Ravensburger" perchè così è stata affettuosamente soprannominata da un amico quando la mia fidanzata ha annunciato di andare in Erasmus in questo villaggio tedesco della bassa Sassonia.
Mi rendo conto in questo esatto momento che per chi non conosce la storia di "Ravensburger" le ultime cinque righe sono e saranno sempre criptiche ed enigmatiche. Anzi, diciamo la verità. Sono e sempre saranno incomprensibili, anche per chi la storia la conosce già o l'ha fatta.
Lunghe frasi complicate e complesse dai toni altisonanti manco fossi un poeta. Forse è ora (in ogni senso) che smetta di vaneggiare ed arrivi al punto.
Questi 5 giorni assieme alla mia fidanzata in questo sperduto paesino nella geografia politica tedesca sono stati fantastici. Fantastici per vari motivi (alcuni li lascio solamente immaginare). Innanzitutto non ci vedevamo dal vivo da più di un mese. Fa strano avere contatti visivi con una persona meramente tramite skype. Può essere bello a volte, ma manca la cosa migliore della vicinanza: il contatto fisico. Il linguaggio del corpo ha una forza incredibile a ben pensarci. Poter parlare con qualcuno a voce e nel mentre osservarne le reazioni ed i movimenti anche i più impercettibili sanno dare sensazioni così primordiali ed inimmaginabili che a furia di esserci quotidianamente abituati quasi ce ne scordiamo.
Inoltre, come posso baciare la mia fidanzata quando davanti a me ho solo una maledetta webcam? Giuro, ci ho provato. L'unico risultato ricevuto è che la webcam non ha gradito. Continua a dirmi che sono stato troppo impulsivo e che almeno potevo prima offrirle una cena!
(Per la serie, altre righe totalmente inutili)
Stando a "Ravensburger" ho potuto in parte assaporare uno scorcio di vita universitaria fuori dalla mia città. Vero è che alla fine non abbiamo partecipato a grandi feste fino all'alba nè ci siamo ubriacati tanto da non ricordarci gli avvenimenti della sera precedente. In ogni caso ho avuto modo di vedere la città, l'università, i luoghi che lei frequenta per una birra od un buon caffè italiano. Mi sono sentito più partecipe della sua vita all'estero ed ora mi sento anche più tranquillo e sereno.
Avevo bisogno di andare là, non solo per vederla ma per cercare di entrare un pò di più in questo periodo della sua vita.

Anche per questo mi piace viaggiare. Andare in un posto nuovo e cercare di sentirti comunque a casa, perchè in fondo casa è dove senti di avere tutto ciò che ti serve.

L'unica pecca di ogni viaggio è il ritorno. Tornando alla propria città ci si rende conto di aver comunque, più o meno volontariamente, lasciato qualcosa: un piccolo segno, un'orma del proprio passaggio. La Terra altro non è che un intrecciato insieme di orme e di passaggi.
L'immagine più dolorosa di questo ritorno a casa sono le porte del treno che bruscamente chiudendosi (o almeno nei miei pensieri e nei miei ricordi saranno così) tagliano ogni possibile interazione fisica tra me e la mia fidanzata. In un attimo quelle porte si trasformano in uno pseudo-monitor di pc e la carrozza si trasforma in delle casse audio non funzionanti. La comunicazione diventa difficile tra il mio lato ed il suo. Possiamo solo scuotere le mani per salutarci, mandarci baci dalla distanza, muovere le labbra per sussurrare dolci parole ma niente più. Le porte di quel treno mi hanno bruscamente sbattuto in faccia il fatto che dovrà passare ancora un mese prima del suo prossimo ritorno a casa.

Mood attuale: stanco, sognante, rattristato...
Canzone d'obbligo: 'Sì Viaggiare' (Lucio Battisti) [Adoro l'intro di questo pezzo]

venerdì 13 luglio 2012

Migliorare è

..un impegno costante. 
..un mattone sopra l'altro.
..fare sempre un passo avanti.
..la voglia di crescere.
..raggiungere uno scopo.
..cambiare qualcosa.
..cambiare per qualcuno.
..cambiare (e basta).
..fare qualcosa di buono.
..pensare.
..impegnarsi fino in fondo.
..credere fino in fondo.
..sperare fino in fondo.
..sognare con tutta la forza che abbiamo in corpo.
..amare.
..farsi amare.
..saper apprezzare i bei momenti.
..fare bagaglio dei momenti meno belli.
..riconoscere i propri limiti.
..abbattere i propri limiti e porsene di nuovi.
..saper invecchiare come il vino.
..saper invecchiare come il rum.
..saper invecchiare come i nostri nonni.
..fare scelte importanti.
..crescere nella testa e nel cuore.
..saper ammettere i propri errori e ricominciare.
..non fermarsi mai.
..saper condividere.
..saper vivere ogni nuova occasione.
..sapere cogliere le nuove occasioni.

Si può migliorare in tantissimi modi. Alcuni più banali e scontati, altri più complessi o sofisticati. Ma ogni giorno, quando alziamo la testa dal cuscino e posiamo il primo piede per terra, sappiamo che la strada sarà in salita, con molti bivi e qualche scorciatoia. Ciò che importa è, tornando a casa la sera, che qualcosa è stato fatto. Anche un piccolo, minuscolo, microscopico cambiamento può cambiare il nostro ecosistema psicologico. Qualsiasi cambiamento influisce inesorabilmente su di noi. E la sera, tirando su i piedi dal pavimento distaccandoci così dal mondo reale per proiettarci nel mondo onirico forse affiorerà un sorriso sul nostro viso per ricordarci che domani è un altro giorno e tutto può ancora essere fatto.

Mood attuale: eternamente innamorato
Canzone attualmente in playlist: 'Hallelujah' (Leonard Cohen)

sabato 9 giugno 2012

Si cambia

Sono passati 11 mesi da quando ho messo piede in questa casa. Un anno fa in questo periodo giravo come un pazzo nelle mie pause pranzo alla ricerca di un posto abbastanza accogliente da poter chiamare "casa mia".
Era un periodo di telefonate interminabili e richieste via mail alle agenzie immobiliari. Devo ammettere che pensavo (mi illudevo) sarebbe stato più semplice.
Poi, quasi per caso, ho trovato questo bilocale. Piccolino forse, ma accogliente!
In 11 mesi sono successe tante cose. Ho imparato cosa vuol dire spiccare il volo e lasciare quel comodo nido che per 25 anni aveva sempre saputo accudirmi ma che ormai cominciava a starmi un pò stretto.
volevo i miei spazi e devo dire che sono riuscito a trovarli.
In un anno di tempo ho avuto modo di capire, però, che anche questo spazio cominciava a starmi stretto. Difficilmente mi accontento, se posso cerco sempre il meglio per poter stare bene.
Questa casetta è l'ideale per provare quell'esperienza nuova che può essere vivere da solo, ma dormire su un divano letto per un anno è parecchio impegnativo!
Per questo ed altri motivi (tipo un padrone di casa inesistente) mi hanno portato alla decisione di cercare qualcos'altro. Cercare qualcosa di meglio.
Le agenzie purtroppo proponevano le stesse "offerte" di un anno fa, ma per fortuna ho degli ottimi amici con ottime conoscenze e circa un mese fa ho trovato una migliore sistemazione.
Un nuovo posto da chiamare casa. Una casa vera, con un numero perfetto di stanze ed una dislocazione ottimale. Quasi un sogno!
Però si sa, i sogni non sono gratis e questo cambiamento mi costerà qualcosa in più di quanto attualmente stia spendendo per questa esperienza.
Devo però ammettere di non avere scelto il periodo migliore dell'anno per prendere questa decisione. Sono oberato di lavoro in questi mesi e nei prossimi sarà anche peggio. Dovrò giorno per giorno incastrare ogni impegno tra lavoro, vita sociale e trasloco.
A volte la pianificazione non è il mio forte, devo proprio ammetterlo.
Ed in più sono circa 20 giorni che viaggio con delle stampelle al seguito causa infortunio durante una partita di calcetto. Ciò significa che vista la mia scarsa autosufficienza sono stato rapito dai miei genitori e sono stato riportato al nido!
Non che mi trovi male, anzi come spesso accade in queste situazioni,mi sembra di stare in hotel. Abiti puliti e stirati, cibo sempre pronto in tavola e soprattutto niente conto da pagare al check out. Però' cavolo se mi mancano i miei 40mq. Difatti nel weekend vado in villeggiatura a casa mia.
Questi sono gli ultimi giorni disponibili per impacchettare tutte le mie cose che anche se piccole sono molte più di quanto ricordassi.
Scatole, scatoloni, sacchetti inizieranno presto ad invadere questi miei piccoli spazi.
Mi si stringerà il cuore a lasciare questo posto dove tante cose belle sono successe. Ricordo che ci sono state anche delle litigate ma fanno pur sempre parte del gioco del diventare adulti.
Andare a vivere da soli quando si è la metà di una coppia significa dover crescere in due. Fortunatamente non abbiamo 16 anni quindi crescere non è poi stato così difficile e complesso!
Una casa più grande comporterà maggiori responsabilità e forse indirettamente implicherà un altro passo verso l'età adulta ma sono pronto a giocare anche questa mano della mia vita!

Mood attuale: ancora un pò assonnato
canzone attualmente in play list: 'In your world' (Muse)

giovedì 23 febbraio 2012

Canone sì caNOne NO?

Si potrebbe obiettare che la risposta è intrinseca nella domanda.
Si potrebbe altresì dire che essendo il canone una tassa VA PAGATA!
Sono pienamente a favore di quest'ultima affermazione (sarebbe un controsenso altrimenti il mio ultimo post sull'evasione fiscale). A favore, è vero, ma comunque con parecchie riserve.
Dati alla mano (letti recentemente su qualche quotidiano), il canone annuale richiesto alle famiglie italiane per la TV statale è decisamente più basso rispetto ai cugini svizzeri o agli amici austriaci. Praticamente la metà.
Facendo due conti veloci: 112 euro l'anno significa meno di 10 euro al mese. In fondo, ammettiamolo, non è affatto una grossa spesa.
Per essere lungimiranti, risparmiare 10 euro al mese è più che fattibile per poter accedere ad un servizio....
Ecco, è su quest'ultimo punto che i dubbi sorgono più spontanei. Personalmente, avessi una TV statale pronta ad offrirmi un servizio adeguato rispetto all'esborso richiesto, avrei già pagato.
Eppure dobbiamo ammettere che la qualità delle trasmissioni lascia parecchio a desiderare.
Innanzitutto, passano gli anni ma i programmi ricorrono ciclicamente. Si veda il recente Sanremo che non sa più cosa inventare se non mostrare un paio di cosce, tatuaggi inguinali o magiche mutandine pressoché inesistenti su cui far parlare la gente per giorni. Per carità, lo scopo anche quest'anno lo hanno raggiunto ma mi sembra di essere tornati ai tempi del Drive In. Almeno lì si conosceva la tipologia di programma. C'erano aspettative che non venivano mai deluse.
Un'altra grande trasmissione è sicuramente Miss Italia. Seguita solamente da chi ha perso il telecomando ed i tasti della TV sono troppo lontani, da chi si addormenta alla prima pubblicità e a chi si sono scaricate le pile del telecomando. Ah, forse anche i genitori delle concorrenti lo seguono, ma non ci andrei a colpo sicuro.
New entry, anzi entry vintage, l'Isola dei Famosi è tornata a tenerci compagnia con i protagonisti della prima edizione. Ma che fortuna. Come se ci mancasse un altro reality e vedere sempre le solite quattro facce incartapecorite di sempre.
Se devo vedere sempre le stesse cose anno dopo anno allora guardo Mediaset. Almeno non pago!
La Rai trasmette il calcio potrebbe obiettare qualcuno. Ma io che preferisco il rugby, lo sport lo guardo su La7.
Insomma, dovessero venire un giorno a piombarmi la tv, gli offro anche un caffè all'addetto!
Finché non riceverò notifiche, il canone non lo pagherò. Tanto non sono mai a casa, è già tanto se ho la TV!
Questo post è lunghissimo, quasi me ne vergogno, e probabilmente è anche noiosissimo e senza alcun reale filo conduttore. Però nessuno sta pagando per leggerlo ed io ancor meno smetterò di scrivere.
Se avete lamentele, sapete dove potete mettervele? In simpatia e cordialità naturalmente....

Mood attuale: stancamente rilassato
Canzone attualmente in testa: Bufalo Bill (F. De Gregori)

lunedì 20 febbraio 2012

Piovono manette

Premessa, non è il titolo dell' ultimo film porno che ho visto ma semplicemente mi riferisco alla recente serie di operazioni che la nostrana Guardia di Finanza ha svolto nel nostro Paese.
Ironiche sono le date scelte per tali operazioni. Prima Capodanno ed ora Carnevale. Mi sa che gli evasori dovranno badare particolare attenzione alle prossime feste comandate.
A tutti coloro i quali la parola tasse fa più paura dell'immagine mentale di Galeazzi nudo, vorrei lasciare un breve appunto sulle prossime possibili retate...ehm, festività: Pasqua tra 40 giorni circa, 25 Aprile, 1 Maggio, 2 Giugno.
A loro modo queste date sono parecchio indicative.
Si inizia con 40 giorni di purificazione, diciamo quasi di bonus. Se ti comporti bene, per stavolta potrebbe andarti ancora per un pò.
Festa della Liberazione. Che sia un'occasione buona per liberarci finalmente di qualche evasore?
1 Maggio: i lavoratori quelli veri, quelli per i quali le parole "evasione" e "fisco" non possono stare nella stessa frase finalmente cominceranno a festeggiare la propria festa non solamente per i motivi storici ma anche per sbeffeggiare chi fino a qualche mese fa, la festa gliela faceva ogni giorno!
2 Giugno: l'intera Repubblica festeggia la lotta a chi evade e ci si può autoproclamare una Repubblica libera. Ci siamo liberati da un Presidente del Consiglio che valeva metà della sua statura, saremo per certo capaci di liberarci di chi vive sulle spalle di noi tutti che paghiamo puntualmente le tasse ogni mese per almeno 40 anni della nostra vita.
Eppure, noi paghiamo e loro se la godono. Noi subiamo e la classe politica si prende gioco di noi.
Noi ci facciamo il mazzo ma è sempre qualcun altro a intascarsi i soldi!
Devo ammettere che la GdF ha saputo dare un buon segnale. Il Paese ha bisogno di soldi? Dateci un attimo che andiamo a fare un Bancomat a modo nostro.
Sicuramente un lavoro pregevole ed un ottimo inizio, ma...com'è che solo ora cominciano tutte queste operazioni? Com'è che i finanzieri stanno andando così a colpo sicuro?
Io nasco dubbioso, perciò il dubbio viene. Non è che tutto questo è solo una facciata per darci il contentino? Ci fosse ancora Berlusconi al potere starei già indagando sugli ultimi avvenimenti della politica, ma in questo periodo voglio essere più fiducioso. Il Paese ha tanti problemi ma forse un pò meno di quelli che vuole dimostrare. Che non sia solo un abile trucco della tipologia bastone e carota? Perché sinceramente di tutti quei ciuffetti verdi che mi escono dalle mutande a mò di coda non ne sento affatto la mancanza....

Mood attuale: parecchio sonno.
Canzone attualmente in testa: Black Sheep (Metric)

domenica 22 gennaio 2012

Si invecchia o si diventa grandi?

Una settimana fa ho compiuto 26 anni. Non sono tanti, è vero però questo avvenimento mi ha fatto parecchio riflettere!
Mi sembra ieri che con gli amici di una vita ci si recava in pulman alla scuola guida. L'altro ieri invece quando festeggiavo il Capodanno con gli amici delle superiori.
Negli ultimi 8 anni di cose ne sono cambiate parecchie.
Alcune strade si sono divise ed altre solamente biforcate.
Ho perso di vista delle persone per sbagli personali o altrui. Fortunatamente però, come si dice sempre, i veri amici non spariscono mai veramente. Magari si offuscano o si dissolvono leggermente ma ad un certo punto la nebbia si dirada e loro sono ancora lì.
Dai 20 ai 25 sono successe una marea di cose. I miei fratelli si sono sposati ed io ne ho approfittato per andare a vivere da solo. Ho imparato ad essere di nuovo me stesso (follia compresa) grazie alla mia fidanzata. Abbiamo insieme capito e trovato una quadra nella mia nuova situazione di auto-convivente.
Ho conosciuto il vero valore della parola responsabilità. Sia essa lavorativa che personale.
Una mia amica, LA mia amica, si è trasferita al di fuori dell'Italia per affrontare una sfida con se stessa e con la vita.
Sono cresciuto insomma e questo naturalmente è un bene. Mi fa sentire notevolmente bene questa nuova condizione.
Al tempo stesso, però, sono notevolmente invecchiato. Come simpaticamente la mia fidanzata mi fa spesso notare sono più vicino ai 30 che ai 20 ormai. Ho superato la cresta di questa prima onda e mi sto velocemente avvicinando al mare aperto, forse all'oceano. Chissà se la mia barca reggerà le intemperie che vedo avvicinarsi. Chissà se dietro le nubi c'è veramente il sole o è stato solo un miraggio. Chissà se il porto dei 30 mi farà arrivare dove veramente voglio o se mi permetterà solo di rattoppare questa bagnarola prima di ributtarmi in balia delle onde. Molte domande mi sono posto in una sola settimana, sono certo però nei prossimi 4 anni riceverò tutte le risposte cercate..intanto continuo a remare, un' altra onda si avvicina ma vedo il sole timidamente affacciarsi all'orizzonte!

Mood attuale: stanco e la settimana deve ancora cominciare
Canzone attualmente in testa: 'Singing in the rain' (Frank Sinatra)

martedì 3 gennaio 2012

Pensieri sparsi

Era da molto tempo che non scrivevo più un post.
Forse troppo, a parere mio.
Forse troppo poco, a parere di chiunque altro su questo pianeta!

Sarà che nell'ultimo periodo l'impegno lavorativo richiesto è aumentato esponenzialmente.
Sarà che tornato a casa le mie poche ore libere erano più incentrate sullo sviluppo di applicazioni mobile che sullo scrivere.
Sarà che mi sembrava di aver finito gli argomenti di cui discutere...impossibile aggiungerei!
Negli ultimi mesi sono successe davvero una marea di cose. Soprattutto sul territorio nazionale.
Dimissioni, governi tecnici, crisi, multe per lo scoppio dei petardi...direi che di cose di cui parlare ce ne sarebbe e anche per dei giorni.
Però, ammettiamolo, ormai ne parlano tutti e se ne sente parlare forse anche troppo. Troppa gente si dimostra interessata, ma poco interessante.
Sempre più gente si dimostra tuttologa e forse sarebbe meglio stessero zitti.
Tanta altra gente si dimostra indignata e sconcertata ma poi continua a fare magheggi pur di evadere il fisco come ha sempre fatto.

Nel periodo immediatamente successivo al Natale la città era deserta.
Io ero in ufficio perchè così ho avuto modo di gustarmi un pò di sana pace natalizia.
Devo ammettere che impiegare la metà del tempo per arrivare in ufficio oppure non trovare traffico tornando a casa la sera non è niente male. Quasi mi ci stavo abituando.
Da un lato forse è bene che si parli tanto di crisi e poi la gente comunque se ne vada in vacanza.
Fanno bene, e forse un pò li invidio. Sarà per questo che sono qui a scrivere post invece che starmene in montagna a godermi il panorama ed il freddo polare!
Io però sono contento così. Di lavoro ce n'è in abbondanza e se possibile preferisco sgobbare un pò di più ora e sperare in un minimo di quiete più avanti invece che tutto il contrario.


Il Natale è terminato da poco.
Nell'aria c'è ancora sentore di dolci campanelle che suonano e di fragorosi Oh-Oh-Oh!
Sinceramente inizio ad averne abbastanza.
Adoro il Natale per il lento incedere del tempo. Tutto sembra muoversi in slow-motion. Le cene in famiglia, le serate con gli amici, i pranzi coi parenti.
Questi momenti idilliaci però si frantumano in mille pezzi quando, per puro caso (o anche un pò per sfiga), si debba vagare per centri commerciali. Il sogno diventa un incubo.
La gente che cammina flemmatica seguendo traiettorie non ben definite. Gente che intralcia il passaggio come i trattori dei Cobas del latte.
E tu (povero picio) che salti, scavalchi, dribbli e quasi-corri per arrivare alla tua meta.
Buon per loro che anche quest'anno non ho ricevuto un lanciafiamme. Avrei sicuramente trovato una buona occasione per inaugurarlo a dovere!

Ed anche il Natale è passato. Capodanno si è quindi avvicinato con una certa celerità.
Capodanno invece è molto fast-forward. La preparazione del cenone sembrava una sfida di MasterChef.
Sarà per questo che il prossimo anno (fine del mondo permettendo) appenderò un orologio enorme sopra i fornelli ed inviterò Cracco, Bastianich e Barbieri a cena. Guai a loro a criticare l'operato mio e degli amici fidati, dopo 3 ore di cucine e qualche bottiglia di vino potremmo essere un pò suscettibili!

Passato il Capodanno è rimasto poco dello spirito della festa se non qualche bottiglia vuota o ancor peggio lasciata a metà.
Ieri, finalmente, relax. Montagna, neve, quiete, serenità. E poi nel primo pomeriggio di ritorno a casa nella grigia e piovosa Torino.
Tempo di rassettare un minimo casa (si legga "stipare il possibile e l'impossibile nell'armadio") e finalmente poter esclamare "casa dolce casa". Però sottovoce, quasi a non voler dissipare quel briciolo di Natale che aleggiava ancora in casa...
Sento le campanelle suonare, sempre più distanti e fievoli però sanno ancora creare quell'impalpabile magia per cui 'shhhh'......

Mood attuale: Rilassato
Canzone attualmente in playlist: When the Thames froze (Smith & Burrows)