lunedì 25 luglio 2011

tremolio piemontese

Lunedì pomeriggio. Ufficio calmo ed incredibilmente silenzioso. Nonostante l'orario da abbiocco post-pranzo eravamo tutti abbastanza produttivi.
La musica nelle orecchie era a palla per evitare che la palpebra calasse significativamente oltre il punto di non ritorno.
Ad un certo punto sento, ad altezza pavimento, un battere incessante. Alzo leggermente gli occhi e vedo il mio collega che tiene il tempo con il piede. Cavolo che potenza che ha negli arti inferiori se lo sento fin qua a 2 metri di distanza.

Poi il dubbio ci assale. Tutti ci fermiamo, ci guardiamo un pò stupiti e finalmente arriviamo alla medesima soluzione: terremoto!

Non sentivo un terremoto, di quelli che senti per davvero, da quando ero bambino. La sensazione che provoca immediatamente questo diversivo pomeridiano è strana. Il cervello non sa come reagire, uscire all'esterno in attesa di tempi migliori o continuare a lavorare dato l'incredibile produttività dimostrata negli ultimi minuti.
Lo so, è un pensiero malato però cavolo stavo veramente andando come un treno. Grazie a Dio, l'istinto di sopravvivenza prevale. Raccatto portafogli, telefono, tabacco e chiavi al volo ed esco dalle scale antincendio. So benissimo che in certi casi di "emergenza" la cosa migliore è di non badare ai beni materiali però era tutto incredibilmente a portata di mano: tempo netto dell'operazione 20 nanosecondi (a me Flash fa un baffo).

Arrivati sotto scorgo molta gente che telefona ed invia sms per capire meglio la situazione tra amici e parenti. Incredibile come molti di loro fossero pronti ad affermare che "il telefono dall'altra parte non squilla" oppure "il messaggio ancora non me l'ha inviato". Il dubbio che assale è sicuramente uno: "Le linee sono già intasate? Che infrastruttura di m...".
Un altro mio collega, prontamente, googla su questo argomento e La Stampa già ne riporta la notizia. Incredibile quanta gente sia pronta ad affondare con la nave in certi casi. Anche molti miei colleghi sono rimasti dentro, chi impegnato in riunioni, chi invece stacanovista o chi invece totalmente rincretinito.

Da 10 minuti circa siamo tornati alle nostre postazioni. Nulla è cambiato da prima la voglia di lavorare è rimasta lì al suo posto, fedele come un Labrador o un pò meschina come un Certosino. Nulla è realmente successo, tutto è a posto ed io prontamente ho inforcato nuovamente le cuffie ed ho fatto ripartire la mia playlist.

Concludendo, tanto tremore per nulla.

Mood attuale: Ci vorrebbe una birra od un San Simone per riprendermi o darmi il colpo di grazia.
Canzone attualmente in playlist: 'Slow Hands' (Interpol)

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